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L'Aria della settimana #47

 

Cari lettori, 

Non so più ormai da quanto tempo non vi aggiorno. Iniziamo subito, non perdiamoci in chiacchiere che ce ne saranno già parecchie così: 


Libri letti

Gli occhi del drago di Stephen King. Una favola che racconta di Peter e  figli di re Robert. A corte c'è un mago consigliere, che per chi ha già letto determinati libri di King potrà capire molte cose già dal nome: Flagg. Costui vuole manipolare i re per potersi prendere il potere. Nel regno di Delain, il vecchio re Roland vive i suoi ultimi giorni con la certezza di lasciare il trono nelle fidate mani di Peter, il figlio primogenito, bello, valoroso e leale. Ma il malvagio Flagg, mago di corte, aspetta da secoli di prendere il potere e, dopo la misteriosa morte di Roland, fa imprigionare Peter con l'orrenda accusa di aver avvelenato il padre. È una storia di amicizia, lealtà ma anche di intrighi e giochi di potere. Nonostante questo, è un libro che si discosta tanto dalle altre opere di King perciò non ho trovato le solite atmosfere che amo tanto dei suoi romazi e non sono riuscita ad apprezzarlo pienamente. Mi spiace, lo consiglierei a chi vuole approcciarsi per la prima volta all'autore, ragazzi, o a persone che non amano il genere horror ma sono curiose di leggere qualcosa dell'autore. 

3,5/5

Il quinto ospite di Jenny Knight. Questa storia si dipana su due piani temporali: un passato con un gruppo di ragazzi e ragazze che convivono nel periodo dell'università a Oxford; e decenni dopo, gli stessi riuniti per una cena e ricordare i vecchi tempi. Il problema è che questi non sono mai stati amici. C'è Caro, l'impeccabile padrona di casa; la timida Lily, che oggi è un'autrice bestseller; George, idolo sportivo, appena diventato padre; Travis, il cattivo ragazzo, e l'imbucata Elle. Riaffioreranno vecchi ricordi, vecchi rancori, rivalità e vendette varie. Il problema è che non mi è piaciuta la risoluzione della storia: né sul piano del passato, quando ci è stato rivelata la realtà sulla morte di Harry; né mi è piaciuta la risoluzione finale della cena. Non c'è un momento di tensione, non mi ha tenuta incollata alle pagine: è tutto piatto. Volevo leggere un libro thriller semplice ma questo lo è troppo. 

2,5/5

Chiaroscuro di Raven Leilani. Edith, giovane ragazza squattrinata, ha una relazione con Eric, un archivista digitale quarantenne in piena crisi di mezza età, di cui diventa l'amante. Eric ha, infatti, un matrimonio aperto. Le cose precipitano e diventano esplosive quando Edith perde il lavoro e, inaspettatamente, trova una strana alleata nella moglie di Eric, Rebecca, che la invita ad andare a stare nella loro casa in una periferia bianca ed elegante del New Jersey, anche per fare compagnia alla figlia Akila, una ragazzina afroamericana di dodici anni adottata dalla coppia. Questo è un romanzo di formazione in cui si tratta soprattutto della questione razziale attraverso la vita della protagonista alle prese con una società che le impone di dare il massimo per poter dimostrare la metà ma anche attraverso la vita complicata di un'adolescente con dei genitori bianchi. E poi c'è questa strana amicizia - rivalità con la moglie di Eric, solidale nella sofferenza. 

3/5

All'ombra delle fanciulle in fiore, secondo volume dell'immensa Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. La nostra adolescenza, la trama e l’ordito dei nostri amori e delle nostre frustrazioni, i fantasmi delle persone e gli abbagli di felicità e tristezza sono nelle mani di quanti abbiamo incontrato, travisato, ricordato e dimenticato, rievocato e poi reincontrato, sempre diversi, nel cammino verso un chiarimento disperato della realtà. La Recherche rimane un'esperienza: ci sono continue citazioni di opere d'arte, della letteratura e della mitologia. Il narratore è un inguaribile geloso ma adoro riflettere sul messaggio che l'autore vuole passare. 

3/5

In lettura

La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe. La storia del vecchio zio Tom, generoso, gentile schiavo nero a cui tutti si affezionano. Tom accetta il suo destino e passa di padrone in padrone lasciando loro sempre una buona impressione. Ma non tutti i padroni sono uguali e non tutti hanno destini magnanimi. 

Americanah di Chimamanda Ngozi Adichie. Un romanzo intenso che esplora razzismo, identità e immigrazione attraverso la vita di Ifemelu, una giovane donna nigeriana che si trasferisce negli Stati Uniti. Con uno stile coinvolgente, Chimamanda Ngozi Adichie ci fa riflettere sulle esperienze degli outsider e sulle complessità delle relazioni.

Voli acrobatici e pattini a rotelle a Wink's Phillips Station di Fannie Flagg. Un racconto tenero e nostalgico che celebra la magia dell'infanzia e la potenza dell'immaginazione. L'autrice, Fannie Flagg, ci trasporta in un mondo fatto di piccoli miracoli e grandi sogni, in una comunità dove la gentilezza ha il potere di trasformare le vite.

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Carlo Emilio Gadda intreccia un giallo intricato e una satira sociale nella Roma fascista. Tra linguaggio barocco e descrizioni dettagliate, emerge un ritratto cupo e ironico di una società corrotta e incomprensibile, in cui il caso rimane irrisolto.



Film:

Rebel Ridge. Film del 2024 scritto, prodotto, montato e diretto da Jeremy Saulnier. Un ex marine si fa strada in una rete di corruzione in una piccola città quando un tentativo di pagare la cauzione per suo cugino si trasforma in una violenta situazione di stallo con il capo della polizia locale.
Un action movie adrenalinico e coinvolgente, con una forte tensione narrativa che tiene incollati fino alla fine. Ideale se cercate un film di giustizia con un ritmo serrato e qualche riflessione sul potere.
Voto: 4/5

Il Buco 2. Film del 2024 diretto da Galder Gaztelu-Urrutia. Dopo il primo capitolo che mi aveva intrigata, ero curiosa di scoprire cosa avessero inventato per il sequel. Anche questa volta ci troviamo di fronte a un'emozionante discesa nell'oscurità, che interroga lo spettatore sui limiti della propria solidarietà. Pur mantenendo lo stesso concept del primo, questo secondo film aggiunge un twist interessante. Non è semplice da capire, soprattutto nel finale, ma offre molti spunti di riflessione.

Voto: 3/5

The Help. Film del 2012 diretto da Tate Taylor. Avendo letto il libro, che ho trovato gradevole ma un po' "all’acqua di rose", ero curiosa di vedere come fosse stato adattato. Ambientato nel Mississippi degli anni '60, racconta la storia di Skeeter, una giovane donna bianca che decide di intervistare le domestiche nere che hanno lavorato nelle famiglie benestanti del Sud.
Nonostante qualche cambiamento rispetto al romanzo, il film ne cattura perfettamente il mood e i punti principali, risultando emozionante e ben recitato.
Voto: 4/5 

A man called Otto. Film del 2023 diretto da Marc Forster. Voglio dire: esiste un film che quest’uomo ha fatto che non sia semplicemente meraviglioso? Il film è tratto da un romanzo di Fredrik Backman: A man called Ove. Ora, parliamo un attimo delle traduzioni di questo titolo, sia del libro che del romanzo che, come vedete in inglese si somigliano molto. Allora, il libro l'hanno tradotto con L'uomo che metteva in ordine il mondo, che non è letterale ma ha senso. Ma allora perché tradurre il film con Non così vicino? Non ha nessun senso. Se una persona non vede la faccia di Tom Hanks schiaffata in copertina del libro (cosa odiosa) come può associare le due opere? Quando una giovane e vivace famiglia si trasferisce nella casa accanto, lo scorbutico vedovo Otto Anderson si ritrova a stringere un'improbabile amicizia che sconvolge il suo mondo. Per me Tom Hanks è sempre una garanzia. Questo film è divertente, emozionante, e anche se tratta un tema spinoso, non lo fa con quell’affettazione scontata con la quale sempre lo si tratta.

Voto: 5/5

Milano calibro 9. Film del 1972 diretto da Fernando Di Leo e tratto da una raccolta di racconti di Giorgio Scerbanenco. La storia segue un malvivente appena uscito di prigione, costretto a guardarsi le spalle sia dalle autorità che dal suo ex boss. Nonostante possa sembrare datato agli occhi moderni, il film si rivela originale e sorprendente. Punti di forza: l'interessante il monologo del vicecommissario Mercuri sui "terroni", e il finale: folle e completamente inaspettato.

Voto: 3/5

Serie Tv:

Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities. Ho visto una parte di questa serie lo scorso anno e ho completato la visione quest’anno. Una collezione di otto racconti horror, curata da Guillermo del Toro, che si distingue per le immagini mozzafiato e l’atmosfera inquietante. Ogni episodio è un incubo a sé, esplorando il lato oscuro della mente e del soprannaturale.

I miei episodi preferiti? Graveyard Rats, The Outside e The Murmuring. Ognuno con un mix unico di tensione e mistero, perfetti per chi ama l’horror raffinato e visivamente affascinante.
Voto complessivo: 4/5

Hanno ucciso l'uomo ragno. Impossibile resistere al richiamo degli 883! Questa serie racconta la storia di Max Pezzali e Mauro Repetto, dalla nascita del gruppo all’ascesa nel panorama musicale italiano. È stato affascinante scoprire come hanno composto le prime canzoni e come sono diventati un fenomeno.

Il mix di musica, provincia e amicizia rende questa storia autentica e coinvolgente. Spero che ci sarà una seconda stagione per seguire il percorso del gruppo almeno fino a quando Mauro non lascia la band.
Voto: 4/5

Recensione della settimana sia su Ig che più approfondita sul blog 







C'è stata sia l'assegnazione del Booker Prize a Orbital di Samantha Harvey


Ma mi piace sempre consigliare anche altri vincitori passati dei premi letterari; e allora ricordiamo: 
  • Riti di passaggio di William Golding;
  • La vita e il tempo di Michael K. di J.M. Coetzee;
  • Possessione. Una vita romantica di A.S. Byatt;
  • Il dio delle piccole cose di Arundhati Roy; 
  • Amsterdam di Ian McEwan;
  • Vergogna di J.M. Coetzee;
  • L'assassino cieco di Margaret Atwood;
  • Lo schiavista di Paul Beatty; 
  • Ragazza, donna, altro di Bernardine Evaristo. 

Qual è il vostro vincitore preferito tra questi? Avete già letto Orbital o siete curiosi di scoprirlo? 💬📚






Ma è stato assegnato anche il National Book Award, ovvero James di Percival Everett è l'unico libro di cui ho sentito parlare. In Italia è edito da La Nave di Teseo ed è la storia di Huckleberry Finn dal punto di vista dello schiavo Jim. 

Ad Hannibal, una cittadina lungo il fiume Mississippi, lo schiavo Jim scopre che a breve verrà venduto a un uomo di New Orleans, finendo per essere separato per sempre dalla moglie e dalla figlia. Decide, quindi, di scappare e nascondersi nella vicina Jackson Island per guadagnare tempo e ideare un piano che gli permetta di salvare la sua famiglia. Nel frattempo, Huckleberry Finn ha simulato la propria morte per sfuggire al padre violento recentemente tornato in città, e anche lui si rifugia nella stessa isola. Come tutti i lettori delle Avventure di Huckleberry Finn sanno, inizia così il pericoloso viaggio – in zattera, lungo il fiume Mississippi – di questi due indimenticabili personaggi della letteratura americana verso l’inafferrabile, e troppo spesso inaffidabile, promessa di un paese libero. Percival Everett parte dal capolavoro di Mark Twain per raccontare la storia da un punto di vista diverso, quello di James, ma per tutti Jim, mostrando tutta l’intelligenza, l’amore, la dedizione, il coraggio e l’umanità di quello che diventa, finalmente, il vero protagonista del romanzo. Un uomo disposto a tutto pur di sopravvivere e salvare la propria famiglia, un uomo che da Jim – il nomignolo usato in senso spregiativo dai bianchi per indicare un nero qualsiasi, indegno anche di avere un nome proprio – sceglie di diventare James, e sceglie la libertà, a ogni costo.

E questo è tutto gente, fatemi sapere, qui sotto o sui social che ne pensate. Altrimenti ci si legge la prossima settimana

I. 

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