Nato a Bombay nel 1865.
Trascorse la sua infanzia in India poi fu mandato in Inghilterra per intraprendere gli studi.
Nel 1878 entrò in un College destinato ai figli degli ufficiali e funzionari governativi: un ambiente rigido che lascerà un’impronta decisiva sul suo carattere.
Torna in India nel 1882, come giornalista, ed elabora i temi che costituiranno il bagaglio principale della sua opera: il rapporto tra i dominatori bianchi e la popolazione indigena, la funzione civilizzatrice dell’uomo bianco e la memoria della millenaria civiltà indiana.
Nel 1889 Kipling ritorna in patria. Comincia così il periodo più fecondo, quello delle opere maggiori.
Nel 1892 Kipling sposò Caroline "Carrie" Starr Balestier: durante la luna di miele, la banca di Kipling fallì e la coppia fu costretta a ritornare nel Vermont, dove viveva la famiglia di lei. Rudyard e la moglie vissero in America per i successivi quattro anni quando, dopo una lite col cognato, che lo trascinò in tribunale, lui e la moglie tornarono in Inghilterra.
Nel 1907 gli è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura.
All'inizio della Prima Guerra Mondiale, cominciò a svolgere l'incarico di corrispondente di guerra, prima sul fronte occidentale, poi su quello italiano. Si arruolò poi come autista di ambulanze militari. Nello stesso periodo suo figlio maggiore John, come lui fervente nazionalista, volontario in guerra e accettato alla leva solo dopo che fu riformato una prima volta, morì nella battaglia di Loos.
Con la crescente popolarità dell'automobile, Kipling tornò a essere un corrispondente itinerante per l'Europa e scrisse alcuni tra i suoi articoli più belli.
Kipling morì nel 1936 di emorragia cerebrale, a settant'anni, poco dopo una falsa notizia della sua morte riguardo alla quale aveva commentato: "Ho appena appreso di essere morto dal vostro giornale: non dimenticate di cancellarmi dalla vostra lista di abbonati." Il suo corpo venne cremato e le ceneri sono custodite presso l'Abbazia di Westminster, a Londra.
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