Gli anni della leggerezza
La saga dei Cazalet #1
Traduzione di Manuela Francescon
1990 • 606 pagine • Fazi
Audiolibro letto da Valentina Carnelutti • 15 h 13 min
⭐⭐⭐⭐✰ (4/5)
Arrivo come al solito dopo che tutti hanno ormai letto e apprezzato la saga, ma questo è l’ennesimo libro che non avrei preso in mano se non fosse stato disponibile in audiolibro. Per fortuna la sorte è stata dalla sua parte, perché l’ho trovato davvero coinvolgente.
Elizabeth Jane Howard è nata a Londra nel 1923 e ha avuto una vita intensa e poliedrica. Prima di dedicarsi alla scrittura, ha lavorato come modella, attrice e giornalista, attraversando diversi ambienti culturali e artistici dell’Inghilterra del dopoguerra. È conosciuta soprattutto per la Saga dei Cazalet, composta da cinque volumi pubblicati tra il 1990 e il 2013, che l’hanno resa celebre in tutto il mondo. Nella sua vita privata è stata sposata con lo scrittore Kingsley Amis, e ha avuto un ruolo determinante anche nella formazione letteraria del figlio di lui, Martin Amis, che le ha sempre riconosciuto grande intelligenza e sensibilità. Sebbene abbia scritto anche altri romanzi, è proprio con i Cazalet che ha conosciuto un rinnovato successo, conquistando lettori e critica in età avanzata. È morta nel 2014, lasciando un’opera che racconta con grazia e profondità un’epoca intera, e le sue ombre.
Un’estate del 1937
Ambientato durante l’estate del 1937, Gli anni della leggerezza segue la grande famiglia Cazalet mentre si riunisce nella casa al mare nel Sussex. Ognuno porta con sé le proprie tensioni: tradimenti, gravidanze non desiderate, paure per la guerra incombente. E poi c’è Edward… lo schifoso. Per quanto mi riguarda, investirò sicuramente il mio tempo per andare avanti con la saga.
I Cazalet sono una famiglia benestante. William ("il Generale") e Kitty ("la Duchessa") hanno tre figli maschi, tutti sposati con figli, e una figlia nubile:
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Hugh, il primogenito, è tormentato dai ricordi della Prima guerra mondiale e angosciato all’idea che un altro conflitto sia alle porte. Sposato con Sybil, ha tre figli: Polly, Simon e Wills.
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Edward, il secondogenito, bello e affascinante, è diviso tra la moglie Villy e l’amante. I loro figli sono Louise, Teddy e Lydia.
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Rupert, il terzo, è un pittore talentuoso ma vive in una situazione familiare tesa: la sua seconda moglie Zoe è insoddisfatta e poco materna. La prima moglie Isobel è morta di parto, lasciandogli due figli: Clarissa (Clary) e Neville.
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Rachel, la figlia nubile, è leale e devota alla famiglia, ma rischia di sacrificare la propria felicità personale.
Storia (quasi) autobiografica
Elizabeth Jane Howard ha dichiarato di essersi ispirata alla propria famiglia per creare i Cazalet. In particolare, la figura di Rachel – la figlia nubile e devota alla famiglia – ha molti tratti in comune con l’autrice stessa.
Rachel, la figlia devota
Rachel è forse la figura più silenziosa ma anche una delle più intense del romanzo. Unica figlia femmina, è il perno emotivo della casa: si prende cura dei genitori, dei fratelli, dei nipoti, senza mai chiedere nulla per sé. Ma dietro questa dedizione assoluta si nasconde un mondo interiore complesso e spesso doloroso.
Rachel è innamorata — e riamata — da una donna, Sidonie, detta Sid. Il loro rapporto, raccontato con grande sensibilità da Elizabeth Jane Howard, è segnato da una profonda tenerezza ma anche da un senso di colpa e di rinuncia. Rachel si trattiene, si censura, convinta che, se mostrasse davvero chi è, non sarebbe più amata:
«Se tu sapessi tutto quel che c'è da sapere su di me, non mi ameresti più.»
Il suo è un conflitto lacerante tra desiderio e dovere, tra fedeltà a se stessa e fedeltà alla famiglia. Non è una ribelle, non rompe apertamente le regole, ma il prezzo che paga per la sua lealtà è altissimo. E proprio per questo, Rachel commuove profondamente: per ciò che è, e soprattutto per tutto quello che non riesce a essere.
Un romanzo corale
Il romanzo dà voce anche alla servitù, offrendo un affresco completo della società dell’epoca. Ci sono le cuoche, le bambinaie, le cameriere, gli autisti, i giardinieri — ognuno con le proprie dinamiche interne e il proprio punto di vista sul mondo dei padroni. Alcuni di loro sono legati a una sola casa, altri servono a giornata; ognuno ha il proprio posto, ma anche le proprie inquietudini.
Lo stile di Elizabeth Jane Howard è elegante e preciso, capace di restituire in modo vivido tanto gli ambienti quanto le sfumature emotive dei personaggi. Senza mai risultare pesante, riesce a farci sentire parte della quotidianità della famiglia, tra tic, tenerezze, silenzi e dolori.
Non è una storia dove la trama domina: qui sono i personaggi, le relazioni, le dinamiche domestiche e familiari a tenere le redini. Si tratta di un romanzo corale, con moltissimi personaggi: all’inizio è quasi necessario consultare l’elenco all’inizio del volume, ma una volta entrati, non se ne esce più.
Molto bello anche il contrasto generazionale tra adulti e ragazzi: mentre i primi restano ancorati all’etichetta e alle convenzioni sociali, i più giovani appaiono già insofferenti, sfrontati, spontanei, quasi in attesa che il mondo cambi per dare spazio anche a loro.
«Le persone sono davvero così?»
«Così come, Polly?»
«Come Iago, Miss Milliment.»
«Io non credo ci siano molte persone così. Forse, però, ce ne sono più di quante pensiamo, visto che ogni Iago deve trovare un Otello per dare voce alla sua perfidia.»
Una saga lunga una vita
Gli anni della leggerezza è solo il primo volume di una saga che doveva inizialmente concludersi in quattro libri. E invece, dieci anni dopo il quarto, Elizabeth Jane Howard decise di scriverne un quinto, All Change, pubblicato nel 2013 quando aveva già novant’anni.
Un romanzo che si prende il suo tempo, e che ti conquista con lentezza ma con costanza. Non vedo l’ora di ritrovare i Cazalet nel secondo volume.
E tu? Hai letto Gli anni della leggerezza o magari tutta la Saga dei Cazalet?
Fammi sapere nei commenti se l’hai trovato troppo lento o se, come è successo a me, l’introspezione dei personaggi e la loro varietà ti hanno travolto come un’onda improvvisa.
Sempre e per sempre, buona lettura.
I.
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