Longanesi, 2019
📖 478 pagine | 🎧
Audiolibro: 13h 03min (letto da Federico Zanandrea)
⭐️ 4,5/5
Ilaria Tuti, friulana, ha esordito con Fiori sopra l’inferno nel 2018, ottenendo un successo immediato anche all’estero. Prima di diventare scrittrice a tempo pieno, lavorava nel campo dell’illustrazione e della grafica – forse anche da qui nasce la cura visiva con cui descrive paesaggi e dettagli nei suoi romanzi.
Un tratto distintivo della sua scrittura è l’attenzione per il corpo femminile, non idealizzato ma reale, vissuto, ferito: un tema che attraversa anche Ninfa dormiente, dove il corpo diventa memoria, archivio, persino indizio.
In alcune interviste, Tuti ha raccontato di essersi ispirata per Teresa a una figura immaginaria che unisse empatia e durezza, e che potesse “invecchiare male” senza perdere dignità o forza.
Secondo capitolo del ciclo dedicato a Teresa Battaglia – e se non avete ancora letto il primo, Fiori sopra l’inferno, ve lo consiglio caldamente. Teresa e Marini sono una delle coppie investigative che più amo.
Il commissario Teresa Battaglia è un’investigatrice formidabile: coglie i dettagli più minuti e scandaglia l’animo umano con l’intuito di una profiler esperta. Ma deve fare i conti con un nemico silenzioso: l’Alzheimer, apparso come strascico del diabete, che cerca di tenere sotto controllo annotando tutto su un quaderno personale. Le sue note, a volte criptiche persino per lei, la aiutano a rimettere insieme i pezzi. Burbera, allergica alle smancerie, preferisce dolciumi (che non potrebbe mangiare) alle manifestazioni di affetto – ma chi la conosce sa che sotto quella scorza si nasconde un cuore grande.
🧠 Una donna forte, anche nella vulnerabilità
“L’amore che si fa dramma veniva celebrato troppo spesso. A morire erano sempre le donne. Non è amore. È possesso. Bisogno di controllo. Donne usate, abusate, lasciate sole e condannate…”
Accanto a lei, ormai in pianta stabile, l’ispettore Massimo Marini: giovane, brillante, un po’ incasinato, ma sempre premuroso con Teresa. In questo romanzo emergono dettagli inediti sul suo passato, e c’è anche qualcuno pronto a (ri)trovarlo.
Tra le novità, il “ritorno” nella vita di Teresa di Albert Lona, nuovo questore e figura con cui Teresa dovrà fare i conti.
Interessante anche l’ingresso di una nuova collaboratrice che mi ha ricordato subito “Blanca” di Patrizia Rinaldi: una donna non vedente dai capelli blu, che nel romanzo di Tuti si chiama Blanca Zago ed è accompagnata dal suo cane addestrato, Smoky, specializzato nel ritrovamento di sangue e cadaveri. Curioso, no? Credo sia per questo motivo che nell’adattamento televisivo di Ninfa dormiente, il nome di Blanca è stato cambiato in Alice.
La vicenda prende il via dal ritrovamento di un enigmatico dipinto, La Ninfa dormiente, opera di un artista scomparso da tempo. Il quadro, che raffigura una giovane donna dal volto ipnotico, colpisce per la sua verosimiglianza e intensità. Ma nasconde un inquietante segreto: analisi scientifiche rivelano tracce di sangue umano antico sulla tela. Un dettaglio agghiacciante che riporta a galla un omicidio dimenticato.
L’ambientazione è quella a cui Tuti ci ha abituati: un villaggio friulano tra le montagne, dove la natura sembra custodire memorie e misteri. Ma qui l’atmosfera si arricchisce grazie al folklore locale: leggende, maschere rituali e racconti popolari si intrecciano all’indagine, tingendola di sfumature oniriche e ancestrali.
Lo stile è scorrevole ma curato, con un lessico preciso e accessibile. I dialoghi risultano credibili e ben ritmati, e l’autrice mostra una predilezione per le descrizioni sensoriali che creano un’atmosfera densa e suggestiva. La narrazione alterna introspezione, tensione e poesia senza perdere ritmo.
🔍 Il corpo come archivio della memoria
“Il ricordo non è altro che un singolo attimo lucido, registrato dalla mente in modo incidentale, contornato da tanti altri fuori fuoco.”
Così Tuti ci ricorda quanto sia fragile e selettiva la nostra memoria: un’eco che accompagna anche la lotta silenziosa di Teresa contro l’Alzheimer.
Narrato in terza persona ma vicino ai protagonisti, il romanzo parte col botto: l’incipit ci catapulta in un momento cruciale, per poi tornare indietro a ricostruire l’intera vicenda. Anche i personaggi evolvono: Teresa affronta i vuoti di memoria e un passato che bussa alla porta, mentre Massimo è scosso da una rivelazione che lo costringe a interrogarsi sulla paternità. Entrambi diventano più fragili, più umani – e per questo ancora più coinvolgenti.
Sul finale, però, qualcosa si incrina: l’intreccio si fa più tortuoso, e la componente esoterica prende il sopravvento. Il fascino non manca – folklore e tradizione rendono il romanzo originale – ma lo scioglimento narrativo avrebbe forse meritato più limpidezza.
Nonostante qualche sbavatura, Ninfa dormiente resta un romanzo potente, denso di atmosfera e umanità. Tuti fonde l’indagine con una riflessione sul tempo, la memoria, la fragilità e le radici. Teresa Battaglia è una protagonista unica nel panorama noir italiano: forte, imperfetta, instancabile cercatrice di verità.
📺 Fiori sopra l’inferno, primo romanzo della serie, è stato adattato per la televisione nel 2023, con Elena Sofia Ricci nei panni di Teresa. Nell’autunno 2024 è andata in onda la seconda stagione, ispirata proprio a Ninfa dormiente. L’adattamento ha mantenuto un buon livello qualitativo, soprattutto visivo: la fotografia è suggestiva e i paesaggi friulani diventano protagonisti silenziosi di ogni scena. Ricci offre una Teresa più morbida e meno burbera rispetto alla versione letteraria, ma comunque credibile. Alcuni spettatori che non avevano letto il libro hanno però segnalato difficoltà a seguire la trama, a causa dei molti nomi e salti temporali. Segno che l’intreccio di Tuti è stratificato – non sempre facile da rendere in forma sintetica.
Se
avete amato Fiori sopra l’inferno, questo secondo capitolo
vi lascerà ancora più affezionati ai suoi protagonisti. E vi farà
venir voglia di seguirli ovunque, anche nei luoghi più oscuri della
mente e della storia.
Io, intanto, non vedo l’ora di scoprire
cosa riserverà il prossimo caso a Teresa e Marini. Se possibile,
ancora più legati – e ancora più soli – di prima.
E
voi? Seguite la serie tv o preferite i romanzi? Avete letto anche gli
altri libri di Ilaria Tuti? Fatemi
sapere nei commenti.
Io vi auguro, come sempre, buone
letture,
alla prossima,
I.
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