La gente che intona questa melodia
davanti a sé ha solo ipocrisia
Mentre tu hai almeno un'opportunità
e ovunque vai, respiri libertà
La libertà regala pace e armonia
e fiorirà se c'è democrazia
Democrazia, la strada dell'umanità
per una via di gioia e dignità
Vita di gioia e di fraternità
solo se c'è la libertà
Ho voluto iniziare con una canzone per bambini. Le parole provengono dalla sigla italiana del cartone animato Fiocchi di cotone per Jeanie, andato in onda negli anni ’90 e ambientato durante la guerra di secessione americana. Come molte produzioni per l’infanzia di quegli anni, aveva una funzione educativa – seppur edulcorata – che cercava di avvicinare i più piccoli a temi complessi come la discriminazione e la libertà. Ovviamente, alla fine la ragazza bianca sceglie il ragazzo bianco: erano pur sempre gli anni ’90, mica il 2058!
È possibile che proprio da lì, senza che me ne rendessi conto, sia cominciato il mio viaggio verso una maggiore sensibilità nei confronti del razzismo e della storia afroamericana: un percorso fatto di libri, ascolti, domande, consapevolezza, presa di coscienza e – talvolta – scoperte dolorose.
Questo progetto, invece, è nato dopo la visione di un video pubblicato su YouTube dal Centro Studi Americani, in cui la professoressa Cristina Iuli, docente di Lingue e Letterature Angloamericane presso l’Università del Piemonte Orientale, esplora la narrativa statunitense attraverso storie di razzismo, identità, resistenza ed emancipazione. Il suo approccio mostra con grande chiarezza come la letteratura possa offrire chiavi di lettura fondamentali per comprendere le dinamiche storiche e sociali della discriminazione razziale negli Stati Uniti.
Nel corso del video, la professoressa Iuli analizza opere in cui il razzismo è non solo tema centrale, ma anche sfondo culturale e sistemico che attraversa e plasma la società americana. Attraverso l’esame di vari testi letterari, mette in evidenza come scrittrici e scrittori abbiano raccontato le lotte per l’identità, la dignità e la libertà, offrendo ai lettori un’immersione più profonda nelle esperienze vissute dalle comunità afroamericane.
Dopo aver visto il video, ho preso appunti sui libri consigliati dalla professoressa Iuli, escludendo quelli che avevo già letto e aggiungendo, man mano, altri titoli scoperti lungo il percorso. Ne è nato così un piccolo itinerario di letture che mi ha accompagnato tra epoche diverse, voci e stili differenti, ma con un filo rosso comune: la volontà di raccontare l’ingiustizia, la resistenza, la complessità del vivere in una società attraversata dal razzismo.
Non ho l’ambizione di offrire un’analisi critica: mi limiterò a condividere le letture che ho fatto e alcune riflessioni personali che queste mi hanno suscitato.
1. Storie tratte dalla realtà o ispirate a fatti reali
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12 anni schiavo – Solomon Northup
Pubblicato nel 1853, questo libro ha avuto un impatto fondamentale sulla letteratura americana e sulla comprensione della schiavitù negli Stati Uniti. È la testimonianza diretta di Solomon Northup, un uomo nero nato libero che viene rapito e ridotto in schiavitù per dodici lunghi anni. Attraverso il suo racconto, il lettore entra in contatto con la brutalità quotidiana del sistema schiavista e con l’umanità ferita, ma mai annientata, dei suoi protagonisti. Quest'opera ha portato alla luce storie di schivitù post guerra civile, restituendoci pagine crude e dolorose. 12 anni schiavo non solo contribuì al dibattito abolizionista del suo tempo, ma continua a rappresentare una delle narrazioni più potenti e vivide della schiavitù americana. È un’opera che parla di ingiustizia, resistenza e – nonostante tutto – speranza.
Non desidero altro che la libertà; e se non posso ottenerla, che possa almeno sopportare la mia sorte con pazienza.
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La città è dei bianchi – Tomas Mullen
Un romanzo noir ambientato ad Atlanta nel 1948, anno in cui per la prima volta otto afroamericani vengono arruolati nella polizia cittadina. Mullen parte da questo fatto storico per costruire un’indagine avvincente che si intreccia con una riflessione profonda sul razzismo istituzionalizzato e sulle barriere invisibili che ancora dominano la società. I protagonisti, Lucius Boggs e Tommy Smith, sono due poliziotti neri che, nonostante la divisa, non hanno il diritto di guidare un’auto, entrare nella centrale o arrestare un bianco.
Attraverso le loro vicende, il romanzo racconta un’America che si muove lentamente verso il cambiamento, ostacolata da un sistema che difende con forza i propri privilegi. La città è dei bianchi è più di un giallo: è un atto di denuncia, un’analisi lucida delle disuguaglianze e un tributo al coraggio di chi, anche tra mille restrizioni, sceglie di combattere per la giustizia.
2. Romanzi di denuncia e di memoria
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Amatissima – Toni Morrison
Un capolavoro che fonde realismo, storia e simbolismo, raccontando la storia di una madre schiava e della scelta devastante che compie per proteggere la figlia dalla schiavitù. Pubblicato nel 1987, Amatissima è uno dei romanzi più significativi della letteratura americana contemporanea: attraverso una narrazione frammentata e visionaria, esplora il trauma, la memoria e l’identità di chi ha vissuto la brutalità della schiavitù.
Toni Morrison dà voce a un’esperienza femminile e afroamericana spesso ignorata, portando alla luce le ferite invisibili della storia americana. Il romanzo ha avuto un impatto incalcolabile sulla cultura e sulla letteratura, trasformando la sofferenza in arte e offrendo una profonda riflessione sulla dignità, la maternità e la libertà. -
La ferrovia sotterranea – Colson Whitehead
Una rielaborazione allegorica e immaginifica di un sistema reale di fuga dalla schiavitù: la Underground Railroad diventa, nel romanzo, una vera ferrovia sotterranea, con binari, stazioni e conduttori. Colson Whitehead costruisce una narrazione potente e originale che fonde storia e distopia, restituendo il senso di angoscia, incertezza e speranza che animava il sogno di libertà degli afroamericani nel Sud schiavista.
Attraverso l’odissea della giovane Cora, La ferrovia sotterranea ci costringe a guardare in faccia la violenza del sistema razzista e, al tempo stesso, celebra la resilienza e il coraggio di chi ha osato ribellarsi.
La schiavitù era un peccato quando erano i bianchi a essere messi sotto il giogo, non gli africani. Tutti gli uomini sono creati eguali. A meno che non decidiamo che tu non sei un uomo.
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Prima i bambini – Toni Morrison
Un romanzo breve ma intenso, in cui Toni Morrison affronta con lucidità e profondità temi come razzismo, abbandono, identità e desiderio di riscatto. La protagonista, una giovane donna nera e bellissima, porta il segno del rifiuto materno: è stata respinta proprio per il colore della sua pelle.
Attraverso il suo percorso di trasformazione e consapevolezza, Morrison esplora il bisogno di accettarsi, amarsi e perdonarsi per poter costruire legami autentici con gli altri.
Ancora una volta, l’autrice dà voce alle donne afroamericane, ma anche all’infanzia ferita, rivelando come le radici del dolore possano generare forza e rinascita. -
I ragazzi della Nickel – Colson Whitehead
Romanzo potente e necessario, ispirato a una storia vera: quella della Nickel Academy, riformatorio della Florida dove per decenni sono stati commessi abusi sistematici, soprattutto ai danni di giovani afroamericani. Ambientato negli anni Sessanta, nel pieno dei movimenti per i diritti civili, il libro segue la storia di Elwood, un ragazzo idealista che crede negli insegnamenti di Martin Luther King.
La sua fede nella giustizia viene messa a dura prova quando finisce rinchiuso nella Nickel, dove scopre un sistema violento, corrotto e razzista. Con una scrittura sobria e incisiva, Whitehead ci consegna una riflessione amara sull’America e su quanto sia difficile estirpare il razzismo dalle sue istituzioni.
3. Libri controversi (da leggere con spirito critico)
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Il buio oltre la siepe – Harper Lee
Romanzo simbolo dell’antirazzismo nella letteratura americana, pubblicato nel 1960 e ambientato nell’Alabama degli anni Trenta. Racconta la vicenda di un avvocato bianco che difende un uomo nero ingiustamente accusato di violenza su una ragazza bianca. La storia è narrata dal punto di vista della figlia dell’avvocato, in un intreccio tra formazione e denuncia sociale.
Sebbene educativo e coinvolgente, il libro riflette la mentalità dell’epoca in cui è stato scritto: pone al centro la figura del “salvatore bianco” e presenta personaggi neri importanti ma non protagonisti, oltre a usare un linguaggio ormai distante dalla sensibilità odierna. Un classico da leggere con spirito critico, utile per capire il contesto culturale e letterario del suo tempo. The Help – Kathryn Stockett
Ambientato nella Jackson, Mississippi degli anni Sessanta, The Help racconta la vita delle domestiche afroamericane e il loro rapporto con le donne bianche per cui lavorano. Il romanzo ha avuto un enorme successo e ha contribuito a far emergere storie spesso dimenticate, ma ha suscitato anche molte critiche. Il punto di vista adottato – quello di una giovane donna bianca che decide di raccontare le vicende delle domestiche – e la rappresentazione stereotipata nei dialoghi (in particolare il contrasto tra l’inglese "puro" delle donne bianche e lo slang imposto alle domestiche nere) hanno sollevato dubbi sull'autenticità e l'equilibrio della narrazione.
Un’opera che può avvicinare lettori e lettrici al tema del razzismo quotidiano, ma che va letta con spirito critico. Per quanto problematica, pone anche una domanda cruciale: può il cambiamento partire da chi gode di privilegi?
"Miss Taylor dice che i bambini neri non possono venire nella mia scuola perchè non sono intelligenti come noi."
Allora mi avvicino al bancone. Le sollevo il mento e liscio i capelli mal tagliati. "Secondo te io sono scema?"
"No" dice piano, ma decisa. Sembra che sia dispisciuta di averlo raccontato.
"E questo non ti dice qualcosa di Miss Taylor?"
Sbatte le palpebre, attenta.
"Significa che Miss Taylor non ha sempre ragione."
Mi stringe forte il collo. "Tu hai più ragione di Miss Taylor." Allora mi salgono le lacrime agli occhi e comincia la cascata. Queste parole sono nuove per me.
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La capanna dello zio Tom – Harriet Beecher Stowe
Pubblicato nel 1852, La capanna dello zio Tom è stato un romanzo chiave per la causa abolizionista, al punto che Abraham Lincoln lo definì una delle opere che avevano contribuito a scatenare la Guerra Civile americana. Tuttavia, oggi viene spesso riletto con sguardo critico: il protagonista, Tom, è ritratto come un uomo buono, pio e remissivo, la cui passività è diventata oggetto di discussione e persino di parodia. Sebbene il romanzo abbia influenzato figure come Martin Luther King e Gandhi, l’immagine idealizzata del “buon schiavo” e l’eccessiva bontà che si contrappone alla violenza bianca rischiano di rafforzare stereotipi anziché decostruirli.
Un libro fondamentale per capire l’evoluzione della narrativa antischiavista, ma che richiede una lettura attenta e contestualizzata.
4. Letteratura razzista o ambigua (oggi riconsiderata)
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Le avventure di Gordon Pym – Edgar Allan Poe
Gordon Pym, giovane ribelle assetato di avventura, si imbarca clandestinamente su una baleniera e affronta naufragi, ammutinamenti e spedizioni estreme verso l’Antartide. Il viaggio, sempre più allucinato, culmina in un incontro enigmatico con una misteriosa popolazione isolata.
Romanzo d’avventura tra i più oscuri e simbolici dell’Ottocento, Le avventure di Gordon Pym culmina in una visione inquietante e fortemente ambigua dell’Africa e dell’“altro”. I nativi dell’isola di Tsalal sono rappresentati in modo stereotipato e disumanizzante, riflettendo le paure e i pregiudizi razziali dell’epoca. Sebbene la schiavitù non sia un tema centrale, il libro solleva implicitamente questioni legate al potere, alla colonizzazione e alla differenza razziale. Poe usa l’ignoto per creare un senso di terrore metafisico, ma ciò avviene anche a costo di costruire immagini profondamente problematiche.
Un’opera affascinante e disturbante, da leggere oggi con sguardo critico, consapevoli del contesto storico e dei limiti ideologici che la attraversano. -
Benito Cereno – Herman Melville
Il capitano americano Amasa Delano, in rotta verso il Cile, avvista una nave in difficoltà, la San Dominique, e sale a bordo per prestare aiuto. Ad accoglierlo è Benito Cereno, comandante stremato, che racconta un viaggio funestato da tempeste e da una misteriosa epidemia. Ma qualcosa nella nave e nel suo equipaggio non torna, e la verità emergerà solo in modo graduale e inquietante.
Ispirato a un vero ammutinamento avvenuto nel 1799, Benito Cereno è un racconto ambiguo e disturbante. Il punto di vista adottato – quello di Delano – è deliberatamente cieco e impregnato di razzismo, e solo alla fine si rivela quanto il lettore sia stato tratto in inganno dalla sua percezione distorta. Melville costruisce così una critica sottile ma feroce al colonialismo e alla schiavitù, anche se il messaggio resta ambiguo e spesso difficile da decifrare. Il racconto, che mescola tensione psicologica e allegoria morale, si muove sul confine tra denuncia e ambiguità ideologica, e per questo continua a suscitare discussioni e interpretazioni.
Il tentativo di spezzare un incantesimo era servito soltanto a stregarlo in un altro. Per quanto si trovasse nel mare immenso, gli sembrava di essere in qualche lontana terra dell’interno, prigioniero in qualche castello deserto, abbandonato a fissare campi vuoti e scrutare strade indistinte dove non appariva mai un carro o un viandante.
Via col vento – Margaret Mitchell
Rossella O'Hara vive nella piantagione di "Tara", in Georgia, alle soglie della Guerra di Secessione. Giovane, ricca e viziata, Rossella è però anche incredibilmente determinata, e affronterà guerre, carestie e perdite con una resilienza che pochi dimostrano nella sua epoca.
Via col vento è una grande epopea romantica, vincitrice del Premio Pulitzer nel 1937, ma è oggi fortemente contestata per il modo nostalgico e idealizzato in cui ritrae il Sud schiavista. I padroni bianchi sono spesso rappresentati come magnanimi e civilizzati, mentre gli schiavi – poi liberati – sono relegati a ruoli caricaturali, resi ancora più problematici dall’uso del linguaggio stereotipato. Un classico da leggere con spirito critico, che riflette i pregiudizi del suo tempo e solleva importanti interrogativi sulla memoria storica e sulla rappresentazione del passato.
5. Nuove prospettive e voci diasporiche
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Americanah – Chimamanda Ngozi Adichie
Ifemelu lascia la Nigeria per studiare negli Stati Uniti, dove si scontra con la realtà del razzismo, che non aveva mai sperimentato nella sua terra d’origine. Al centro del romanzo, il percorso di crescita personale e affettivo di una giovane donna che scopre come il colore della pelle possa cambiare significato a seconda del contesto.
Con uno stile ironico e penetrante, Americanah esplora i temi dell’identità, dell’amore, della migrazione e della percezione razziale, offrendoci lo sguardo lucido di un’“outsider” che si interroga sul senso dell’integrazione. Adichie è considerata una delle voci più importanti della letteratura contemporanea africana e diasporica. La sua figura pubblica è stata oggetto di discussione anche per alcune dichiarazioni sul tema del genere, che hanno suscitato critiche ma anche aperto un dibattito più ampio sulla complessità delle identità.
Alexa, e gli altri ospiti, e forse anche Georgina, capivano tutti la fuga dalla guerra, dal tipo di povertà che distruggeva l'animo umano, ma non avrebbero capito il bisogno di scappare dall'opprimente letargia dell'assenza di scelta. Non avrebbero capito perché persone come lui, cresciute con cibo e acqua abbondanti ma impantanate nell'insoddisfazione, abituate fin dalla nascita a guardare altrove, da sempre convinte che la vita vera fosse altrove, ora fossero decise a fare cose pericolose, illegali, come partire; nessuno di loro moriva di fame, o subiva violenze, o veniva da villaggi bruciati, ma aveva semplicemente sete di scelte, di certezze.
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Chiaroscuro – Raven Leilani
Edith è una giovane donna afroamericana, precaria e piena di talento, che intraprende una relazione con un uomo bianco più grande, sposato e in un matrimonio aperto. Quando perde lavoro e casa, si ritrova ospite nella famiglia di lui: una moglie inquietante, una casa borghese e una figlia adottiva afroamericana.
Con una scrittura affilata, sensuale e disillusa, Raven Leilani ci consegna un romanzo di formazione insolito, che esplora il corpo, la razza, la vulnerabilità economica e la solitudine urbana. Una voce nuova e potente della letteratura afroamericana contemporanea, che mescola crudezza e tenerezza in una narrazione spiazzante.
Credo che la letteratura sia uno strumento potentissimo: può perpetuare stereotipi o smantellarli, può mettere a tacere o restituire voce. Sta a noi lettori decidere come affrontarla, con quale sguardo e con quanta consapevolezza.
Se anche voi volete raccontarmi la vostra esperienza con la letteratura afroamericana o suggerirmi altri titoli da aggiungere al mio percorso, sarò felice di ampliare la discussione.
Consiglio tutti i libri che ho citato, anche quelli che mi sono piaciuti meno: ciascuno, a modo suo, ha qualcosa da dire.
Non mi resta che augurarvi una buona – e critica – lettura.
I.
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