John
Steinbeck
John
Steinbeck nacque nel 27 febbraio 1902 a Salinas, un paesotto della
California.
Il piccolo John crebbe libero per la campagna, felice, con le sue due sorelle maggiori Esther e Elizabeth e alla sorella minore Mary.
Il piccolo John crebbe libero per la campagna, felice, con le sue due sorelle maggiori Esther e Elizabeth e alla sorella minore Mary.
Attinse
anche, precocemente, all'eclettica biblioteca materna, nella quale
convivevano la Bibbia e le tragedie shakespeariane, Jack London e
Stevenson, Milton e Thomas Hardy.
Frequenta il Salinas High School dove verranno i primi scritti per El Galibàn, il giornaletto della scuola e lo sport: John, vista la sua altezza, eccelleva nella pallacanestro.
Tra il 1920 e il 1925 Steinbeck frequenta, ma senza troppa convinzione, l'Università di Stanford, facoltà di biologia, una «scienza» che rimarrà sempre la sua passione e che gli farà conoscere il suo grande amico, il biologo Edward F. Ricketts, che sarà al centro di tanti romanzi dello scrittore, ma soprattutto di Vicolo Cannery (è lo strampalato e poetico Dottore su cui ruota tutta la vicenda...).
Non si laurea perché, spesso, interrompe gli studi per intraprendere lavori occasionali come operaio agricolo, stradino; goloso però di vita e di sensazioni, da calare, poi, nei libri che andrà, via via, scrivendo.
Sul giornale dell'università, The Stanford Lit., pubblica intanto due novelle e tre poemi satirici, ma arricchisce anche, negli stessi anni - dal 1924 al 1926 - la sua personale collezione di lavori manuali impiegandosi in un laboratorio d'una fabbrica di zucchero da barbabietole e partecipando persino, durante una sua «fuga» a New York, alla costruzione del Madison Square Garden.
A New York fa anche il reporter
svogliato, per un giornale, l'American e il manovratore di mezzi
pubblici, poi, non accettando il consiglio di una ragazza, che lo
spingeva a entrare, come copywriter, in un'agenzia di pubblicità, se
ne torna, deluso, a casa.
Passarono undici anni prima che ripartisse.
La destinazione, questa volta, è la Sierra Nevada, dove, amministratore di una piccola azienda del lago Tahoe, passa più tempo sul manoscritto de La Santa Rossa, che sui libri contabili.
Steinbeck sposa Carol Henning, una ragazza di San José, dalla quale divorzierà nel 1942, e si stabilisce a Pacific Grove, in California. È in questa città che lo scrittore conosce il già ricordato Ed Ricketts, che gli ispirerà il dottor Phillips de Il serpe, il dottor Burton de La battaglia e, come s'è detto, il Dottore di Vicolo Cannery e di Quel fantastico giovedì.
Con il biologo-filosofo, Steinbeck
esplorerà, nel 1939, tutta la baia di San Francisco e, nel 1941, il
mare di Cortez.
Cominciano i viaggi in Europa: Inghilterra, Irlanda, Svezia, Russia.
La
rivista Life
gli offre di scrivere una lunga inchiesta sui braccianti stagionali,
che lo scrittore sta «studiando» con l'intenzione di cavarne un
libro, ma Steinbeck rifiuta: candido e nobile come tanti suoi eroi,
non vuole sfruttare «giornalisticamente» il dramma di tanti
poveretti: un conto è scrivere su di loro un libro, che gli pare un
atto più «pulito».
Il libro sarà Furore, e uscirà nel
1939.
Nel '43, dopo aver scritto un opuscolo di propaganda per l'aviazione, Sganciate le bombe (ed essersi sposato con Gwyn Verdon), va a fare il suo dovere come corrispondente del New York Herald Tribune, in Inghilterra, in Africa e in Italia.
In
un articolo su Collier's
propone un suo fantasioso piano per «mettere in imbarazzo i nazisti
con denaro falsificato»; cosa che deliziò il Presidente F.D.
Roosevelt, che gli era diventato amico, ma scandalizzò il Ministro
del tesoro, Morgenthau.
Alla
guerra Steinbeck dedica anche un romanzo breve, La
luna è tramontata, ambientato nella
Francia oppressa dai nazisti.
Nel '62 gli arriva la consacrazione del Nobel. Avrebbe dovuto vincerlo già nel '45, all'epoca del suo più grande successo, ma era stato battuto, sul traguardo, dalla cilena Gabriela Mistral.
Gli restano ancora sei anni di vita: viaggia in Unione Sovietica, in Polonia, in Ungheria; tra il '66 e il '67 è nel Sud Vietnam e, con piena soddisfazione del Pentagono e di tanti benpensanti USA, si pronuncia a favore dell'intervento armato americano in quella sciagurata guerra.
Morirà il 20 dicembre 1968 nel suo
appartamento di Manhattan, stroncato da un attacco cardiaco.
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