Pierre Choderlos de Laclos
Le relazioni pericolose (1782)
A cura di Cinzia Bigliosi Franck – Feltrinelli, 384 pagine
ascoltato in audiolibro su YouTube
4/5
Pierre Choderlos de Laclos (1741–1803) non fu uno scrittore di professione, ma un ufficiale dell’esercito francese. La sua carriera militare lo portò a ricoprire vari incarichi, tra cui anche un ruolo nell’amministrazione napoleonica. Le relazioni pericolose è la sua unica opera letteraria di rilievo, ma bastò da sola ad assicurargli un posto nella storia della letteratura.
Curiosamente, Laclos dichiarò di voler scrivere “un’opera che facesse rumore, che restasse sulla terra anche dopo la sua morte” – e ci è riuscito: il romanzo fu un vero scandalo all’epoca e ancora oggi viene studiato e adattato con grande successo.
Una delle opere più affascinanti e disturbanti del Settecento francese, Le relazioni pericolose è un romanzo epistolare che raccoglie ben 175 lettere scritte da una manciata di personaggi dell’aristocrazia parigina, impegnati in un intricato gioco di seduzione, vendetta e manipolazione. L’autore, Pierre Choderlos de Laclos, si nasconde dietro la finzione del semplice curatore, limitandosi – almeno in apparenza – a pubblicare una corrispondenza privata. Ma è chiaro fin dalle prime pagine che si tratta solo di un raffinato pretesto narrativo.
Attraverso le lettere, i personaggi si svelano al lettore in prima persona, raccontando le loro esperienze più intime e spesso corrotte. È una danza sottile tra ragione e passione, tra il desiderio di dominio e l’illusione dell’amore. L’intento è evidente: smascherare l’ipocrisia e il cinismo dell’alta società francese alla vigilia della Rivoluzione, mostrando come anche i volti più rispettabili nascondano strategie spietate e cuori freddi.
📚 Il libro fu inizialmente pubblicato in forma anonima nel 1782, con l’indicazione fittizia che si trattasse di una semplice “raccolta di lettere autentiche”.
Trama e personaggi
Protagonisti di questa rete di inganni sono la Marchesa di Merteuil e il Visconte di Valmont. Lei, vedova irreprensibile solo all’apparenza, coltiva con l’amico una complicità velenosa nata da un amore passato. Lui è un libertino impenitente, maestro nell’arte della seduzione e della rovina altrui. Quando la Marchesa, offesa da un suo ex amante, monsieur de Gercourt, progetta una vendetta, chiede l’aiuto di Valmont: dovrà sedurre la promessa sposa dell’uomo, la giovane e ingenua Cécile Volanges, appena uscita dal convento.
Valmont inizialmente rifiuta: la preda è troppo facile. Preferisce concentrarsi sulla più difficile Presidentessa de Tourvel, donna devota e virtuosa, ospite nella stessa casa di campagna dove lui si trova. Intanto, la Marchesa cerca di spingere Cécile tra le braccia del sensibile cavaliere Danceny. Ma la situazione si complica: Valmont decide infine di accettare la sfida e conquista Cécile, che si innamora perdutamente di lui. Nel frattempo, anche la Presidentessa finisce per cedere – a poco a poco – al fascino velenoso del Visconte.
Il romanzo non è solo un dramma di passioni e intrighi, ma anche un lucido ritratto di una classe sociale in decadenza, che si aggrappa al piacere e al potere come unici strumenti di controllo. La prosa elegante e pungente di Laclos, unita alla struttura epistolare, rende la lettura avvincente, come se ci si trovasse a spiare una corrispondenza segreta dai risvolti sempre più tragici.
La Marchesa di Merteuil: un personaggio fuori dal tempo
Sapete, visconte, perché non mi sono mai risposata? Non certo per mancanza di partiti vantaggiosi, ma unicamente perché nessuno avesse il diritto di trovar da ridire sulle mie azioni. Non è nemmeno che abbia temuto di non poter fare quel che volevo, avrei sempre finito col farlo, ma perché mi avrebbe dato fastidio che qualcuno avesse avuto anche il solo diritto di lamentarsene; insomma, in realtà, volevo tradire solo perché mi piaceva, non per necessità.
La Marchesa di Merteuil è, senza dubbio, il personaggio più affascinante e inquietante del romanzo. Dietro la maschera della rispettabilità, nasconde un’intelligenza acuta, un autocontrollo glaciale e una volontà ferrea. È una stratega delle emozioni e della reputazione, capace di manipolare uomini e donne con la stessa disinvoltura. La sua forza sta proprio nell'essere una donna che, in un mondo dominato dagli uomini, decide di non essere più preda, ma predatrice.
A differenza del Visconte di Valmont, che agisce spesso per vanità e gusto della conquista, la Marchesa ha una lucidità quasi politica. Ha costruito se stessa come un’opera d’arte sociale, usando reputazione, silenzio e controllo emotivo come strumenti di potere. Ha imparato a “perdere” in apparenza per “vincere” nella sostanza, e non tollera che qualcuno abbia voce sulle sue scelte o sul suo corpo.
Nelle sue parole traspare una visione amara e lucidissima della condizione femminile: per essere libera, una donna deve giocare con le stesse armi degli uomini – e spesso farlo meglio di loro. Ma il potere che si costruisce è fragile, e la società è pronta a punirla non appena smette di fingere.
La Marchesa non è un’eroina, né una vittima: è un enigma morale. Fa paura, ma anche ammirazione. In lei si intrecciano desiderio di emancipazione e crudeltà, sete di libertà e solitudine. Ed è forse questo a renderla così incredibilmente moderna.
👑 La figura della Marchesa di Merteuil è oggi considerata una delle prime rappresentazioni letterarie di una donna consapevole del proprio potere e determinata a esercitarlo in un mondo dominato dagli uomini.
Per quanto non si possano condividere certi comportamenti totalmente immorali, mi sono molto divertita a leggere delle malefatte di questi due protagonisti spietati. La Marchesa di Merteuil e il Visconte di Valmont sono personaggi talmente ben costruiti, intelligenti e cinici da risultare affascinanti proprio nella loro crudeltà. Seguendo le loro lettere, ci si ritrova spesso a sorridere davanti alla lucidità delle loro macchinazioni, pur sapendo che il loro gioco finirà inevitabilmente per distruggere chi vi si trova coinvolto – e forse anche loro stessi.
L'umanità non è perfetta in nessun caso, né nel male, né nel bene. Il malvagio ha le sue virtù come l'onesto ha le sue debolezze.
Ascoltarlo in audiolibro ha reso l’esperienza ancora più intensa, come se davvero stessi leggendo una corrispondenza segreta. Ogni voce dava corpo e sfumature ai personaggi, restituendo tutta la teatralità e il veleno nascosto tra le righe.
Un classico che, pur nella sua ambientazione storica, resta sorprendentemente attuale per i temi che affronta: l’ipocrisia sociale, il potere del linguaggio, e soprattutto il piacere – pericolosissimo – del controllo sugli altri.
🎬 Ha ispirato numerosi adattamenti cinematografici e teatrali. Tra i più celebri, il film Dangerous Liaisons (1988) con Glenn Close e John Malkovich, e Cruel Intentions (1999), ambientato in una New York moderna ma fedelissimo nello spirito.
Una lettura che mi ha sorpreso, divertito e turbato. E a voi? Vi affascinano i personaggi ambigui e manipolatori? Avete mai letto questo romanzo o visto uno degli adattamenti? Fatemi sapere nei commenti: sono curiosa di scoprire le vostre relazioni con questo classico.
I.
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