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H.P. Lovecraft: Il Maestro dell'Orrore Cosmico



Cari lettori, 

Oggi celebriamo l'anniversario della nascita di Howard Phillips Lovecraft, uno degli scrittori più influenti nel panorama della letteratura horror. Nato nel 1890 a Providence, Rhode Island, Lovecraft ha dato vita a un universo di storie che continuano a esercitare un fascino oscuro su lettori e scrittori di tutto il mondo.

Io sono ancora agli inizi nell'esplorazione del mondo lovecraftiano; ho letto i racconti dell'incubo e i sogni. Sto volutamente lasciando per ultimi i racconti del mondo di Chtulu. 

Lovecraft visse gran parte della sua vita a Providence, una città che divenne il suo rifugio e la fonte di ispirazione per molte delle sue storie. La sua infanzia fu segnata da episodi di solitudine e malattia, che alimentarono la sua immaginazione e lo portarono a sviluppare una passione per la lettura e la scrittura. Sebbene Lovecraft non abbia mai goduto di grande successo commerciale durante la sua vita, il suo lavoro è stato riscoperto e rivalutato nel corso degli anni, guadagnandosi un posto di rilievo nella letteratura horror.

Lovecraft è noto per aver creato un nuovo sottogenere dell'horror: l'orrore cosmico. Le sue storie esplorano l'insignificanza dell'uomo di fronte a forze cosmiche incommensurabili e incomprensibili. 

Tra i temi ricorrenti delle sue opere troviamo:

  • Il terrore dell'ignoto: L'idea che esistano realtà e creature oltre la comprensione umana, come i Grandi Antichi.
  • L'isolamento e la follia: Spesso, i protagonisti delle sue storie si trovano isolati e in preda alla follia mentre cercano di comprendere l'inconcepibile.
  • Il pessimismo cosmico: La convinzione che l'universo sia indifferente, se non ostile, all'esistenza umana.
  • Miti e antiche civiltà: Lovecraft ha creato una mitologia complessa, popolata da divinità antiche e dimenticate, come Cthulhu e Yog-Sothoth.
Non è morto ciò che può attendere in eterno, e col volgere di strani eoni anche la morte può morire.

Scrivono Guido Fink, Mario Maffi, Franco Minganti, Bianca Tarozzi in Storia della letteratura americana:

 "Per Lovecraft, qualsiasi punto penetrabile della superficie terrestre – pozzo, cantina, catacomba, metropolitana di Boston – può offrire un pertugio e una via d’accesso a «Quelli-di-là», i Grandi Antichi, le viscide e gelatinose divinità Chtulhu che ci attendono a pochi passi sotto il terreno che calpestiamo (ma anche sopra di noi, e all’intorno: in questa gravità impazzita, può accadere di «precipitare nel cielo»); e ciascuno dei racconti – o dei frammenti in essi disseminati come indizi: iscrizioni, geroglifici, vecchi diari trovati in soffitta, ritagli di giornale – rimandano prima o poi al pauroso dovere di riaprire la Bibbia dell’orrore cosmico, quel «mostruoso» (e immaginario) «Necronomicon scritto da un arabo pazzo» che a quanto pare contiene già tutto e di cui le pagine lovecraftiane sono solo e sempre tentativi di trascrizione parziale."

Lovecraft vedeva il mondo come un fragile velo che copriva realtà terribili e inimmaginabili, pronte a rivelarsi in ogni momento e luogo, attraverso i più comuni e innocui spazi della quotidianità, come pozzi o cantine.

Questo concetto è centrale nella sua narrativa, dove i "Grandi Antichi" non sono relegati a luoghi remoti o epoche lontane, ma sono costantemente in agguato, a pochi passi dal nostro mondo. 

Il "Necronomicon", il libro immaginario scritto da un "arabo pazzo", rappresenta una sorta di compendio di tutte le conoscenze proibite e oscure che Lovecraft ha disseminato nei suoi racconti. Questo "libro maledetto" è spesso citato come la fonte di terribili rivelazioni, spingendo i protagonisti delle sue storie verso la follia o la distruzione.

L'immagine di una "gravità impazzita" che può farci "precipitare nel cielo" esprime perfettamente la destabilizzazione della realtà che Lovecraft amava rappresentare: il mondo conosciuto è solo un sottile strato sopra un abisso di caos e terrore, e la sicurezza delle leggi naturali è solo un'illusione.

Questa prospettiva ha reso Lovecraft un maestro nell'evocare un senso di terrore profondo e duraturo, dove l'orrore non è semplicemente qualcosa di tangibile o esterno, ma una verità cosmica che esiste al di là della comprensione umana, pronta a rivelarsi attraverso i dettagli più banali del nostro mondo.

Lovecraft era un accanito scrittore di lettere, con una corrispondenza che supera le 100.000 lettere, molte delle quali discutevano di idee e temi che avrebbero preso forma nelle sue storie. 

Sebbene molti pensino a Lovecraft come a un solitario, collaborò con diversi scrittori dell'epoca, contribuendo a plasmare il cosiddetto "Mito di Cthulhu", un corpus di storie condiviso che continua a ispirare autori e artisti.

Stephen King, Clive Barker, Neil Gaiman, John Carpenter, Guillermo del Toro, David Lynch, i Metallica e tanti altri. 

Zdzisław Beksiński


Le opere di Lovecraft hanno influenzato innumerevoli opere di narrativa, cinema e musica. Il suo mondo immaginario ha dato vita a un vero e proprio culto, con giochi di ruolo, film e persino peluche ispirati alle sue creature.

La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto.

H.P. Lovecraft rimane una figura fondamentale nella letteratura dell'orrore, capace di evocare paure profonde e primordiali attraverso il suo stile unico e inconfondibile. Le sue opere ci ricordano che l'universo è vasto e misterioso, e che l'ignoto è una fonte inesauribile di terrore.

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